Sesto San Giovanni: tra percorsi di memoria, contemporaneità e progetti di futuro

Presentazione

L'iniziativa è a cura del CeSPI (Centro Studi Problemi Internazionali).

Introduce Dino Gavinelli. Intervengono Patrizia Minnella (direttrice CeSPI), Antonio Pizzinato, testimoni della vita operaia di Sesto San Giovanni.

Note introduttive

Un cineasta sestese, Carlo Pozzi, nel suo “Piccolo diario di Sesto”, di cui vedremo alcuni spezzoni, cercava in modo poetico di cantare la grande industria su cui si è basata la vita della città, soprattutto a partire dalla produzione bellica.

L’amministrazione di Sesto San Giovanni si è spesso preoccupata in seguito di documentare la storia, le lotte, i cambiamenti della città, anche in funzione didattica, per trasmettere ai sestesi la memoria di un passato che in qualche modo si riteneva glorioso e importante.

Nella storia recente è nata la categoria della “sestesità”, fatta di continuità con l’antifascismo, di capacità di lavoro duro e di apertura all’innovazione tecnologica, fatta anche di amore per la cultura, come mezzo per rispondere alle sfide sempre nuove della realtà.

Oggi in città ci sono più di 15.000 pensionati, più di 8.000 “nuovi cittadini” regolari, residenti, contribuenti che provengono dall’Europa e da altri continenti e con cui cerchiamo un progetto di cittadinanza condiviso. Oggi Sesto è completamente diversa ma, come nell’intervista a Gino Strada si sente dire, non vuole perdere i suoi valori fondanti, quelli che “Quando suonava una sirena” facevano della nostra città un exemplum per molti.

Nella scia dell’iniziativa “dal filo del lavoro ai legami tra le culture”, cerchiamo di tessere fruttuose relazioni, anche con questa piccola proiezione.

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