Scheda film

Domà case a San Pietroburgo

Sinossi

La città di San Pietroburgo è nata nel 1703 per decisione di Pietro il Grande costruita dal nulla con criteri urbanistici completamente diversi dalle altre città russe. Alla stesura della sua pianta originaria hanno contribuito urbanisti e architetti occidentali. La natura urbanistica della città è rimasta pressoché immutata fino ai fatti rivoluzionari del '17, che hanno determinato una redistribuzione degli abitanti nel contesto abitativo dato. I grandi palazzi nobiliari diventano kommunalki, appartamenti con cucina e servizi in comune, nei quali vivono diverse famiglie, una per stanza. Gli edifici costruttivisti progettati in questi anni prevedono anch'essi locali comuni e poco considerano le esigenze della cosiddetta privacy.

Dagli anni '30 l'affermazione dello stalinismo e la contemporanea crisi del mondo occidentale porta all'accantonamento delle istanze costruttiviste e alla nascita di uno stile imperiale, pomposo, che domina nella capitale e lascia anche a San Pietroburgo segni inequivocabili. La fine del culto della personalità, la critica a Stalin, la crisi dell'industria pesante determinano, nel periodo di Chrushchev, la comparsa di un gran numero di abitazioni a quattro piani che rispondono all'esigenza ora riconosciuta a ogni famiglia di avere la propria abitazione indipendente. Sono le cosiddette chrushchevy, case semplici, brutte, tozze, con appartamenti minuscoli. Accontentatevi provvisoriamente di questo, dicevano, in attesa della rivoluzione mondiale. Con Breshnev compaiono i grandi condomini prefabbricati e intorno alla città nascono gli spal'nye rajony, i quartieri dormitorio. L'abbraccio al capitalismo degli ultimi anni sta trasformando gli interni dei quartieri più ricchi in copie delle case di Amsterdam o di Parigi, privando in parte le case di San Pietroburgo della loro particolarità.

Si potrebbe perciò pensare che Domà sia un documentario sull'architettura di San Pietroburgo, ma sarebbe uno sbaglio. Visitare gli interni di San Pietroburgo alla vigilia del giubileo che celebra i trecento anni della città, e che sta adeguando il centro cittadino al miraggio dei cosiddetti standard europei, visitare gli interni di San Pietroburgo, le kommunalki, che esistono ancora, le case costruttiviste, che esistono ancora, le case dei tempi di Stalin, anche loro, le Chrushchevy, anche loro, gli spal'nye rajony, le case dei nuovi ricchi, visitare queste case e farsi raccontare la loro storia significa frugare negli strati archeologici sedimentatisi nel corso di tre secoli, significa toccare con mano i segni che hanno lasciato gli avvenimenti storici, significa avere qualche idea in più per capire com'è cambiata e come sta cambiando questa città, non solo dal punto di vista architettonico.

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